Inizia lo svezzamento! Come gestisco il mio allattamento?
ALLATTAMENTO
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Quando il nostro bambino si approccia all'alimentazione complementare (o svezzamento, che dir si voglia), possono nascere diverse domande rispetto alla gestione dell'allattamento. Inoltre, molto spesso le mamme vengono invitate a introdurre alimenti complementari, inclusa acqua e altre bevande, prima che il bambino mostri effettivamente i segnali di prontezza. Le motivazioni addotte sono le più disparate: serve per abituarlo al cucchiaino; deve bere acqua perché fa caldo e avrà sete; si riducono i rischi di allergie; il latte perde nutrienti nel tempo e diventa acqua; un tempo si faceva così e siamo diventati tutti grandi...
Ovviamente, nessuna di queste affermazioni ha un qualsivoglia fondamento scientifico. La prima regola da imparare e da fissare bene in testa è che la sola persona che può decidere quando sia realmente il momento per iniziare con l’introduzione dei cibi complementari è il bambino! Ebbene sì, proprio lui o lei! E lo fa con tanti segnali che noi genitori possiamo accogliere e comprendere:
- sta seduto/a da solo/a, cioè grazie alla tonicità della propria struttura muscolo-scheletrica (e non perché sostenuto/a da tre cuscini infilati nel seggiolone);
- ha perso il riflesso di estrusione della lingua, con cui spinge verso l’esterno le cose che gli vengono messe in bocca;
- mostra interesse e curiosità verso il cibo, segnale che si può cogliere tenendo il bambino vicino ai genitori al momento dei pasti, che sia in braccio o sul seggiolone; lo vedremo allungare le manine verso i nostri piatti e seguire con lo sguardo il tragitto che il cibo fa dal piatto alle nostre bocche.
Quando tutti questi segnali sono presenti e il bambino ha compiuto i sei mesi di vita, settimana più settimana meno, avremo la conferma che il suo sistema gastro-intestinale, renale e immunitario è pronto per iniziare il meraviglioso viaggio tra gli alimenti!
Una volta che si inizia a proporre questi alimenti, cosa accade all’allattamento? Bisogna realmente sostituire la poppata del mezzogiorno con la pappa (tipica indicazione che viene fornita ai genitori)? Quanto e quando bisogna allattare?
Facciamo un passo indietro e ricordiamoci che il latte, materno o formulato, deve rappresentare l’alimento principale del bambino per tutto il suo primo anno di vita. Specialmente nei primi periodi (che per alcuni bimbi equivalgono a settimane, per altri a mesi), il piccolo non è in grado di assumere abbastanza energie e nutrienti dal cibo complementare che riceve. Gli alimenti che introduciamo vanno quindi a porsi come complementari al latte, non come sostitutivi. E quindi, come dobbiamo comportarci?
La regola aurea è sempre quella del “seguire il bambino”. So che sembra una banalità, so che può suonare come una risposta semplice ad una domanda difficile, ma è il fulcro di tutta la situazione. Fidatevi del vostro cucciolo, delle sue competenze, dei tempi e dei ritmi che decide di impostare in questo incredibile viaggio di scoperte. Cose che per noi rappresentano la quotidianità, come il cibo, per lui sono un universo di novità: sapori, consistenze, colori, profumi… Un tripudio di stimolazione per tutti i sensi! In questo viaggio, ogni bimbo segue un timing differente, mostra delle preferenze per una consistenza o per l’altra, richiede di fare delle pause rallentando e diminuendo l’interesse per il cibo e aumentando la richiesta di latte. Non si tratta quasi mai di un percorso lineare, ma piuttosto di un viaggio tra alti e bassi, il cui ritmo non può che dipendere dal bambino. Inoltre, ricordiamoci che l’allattamento (o la formula artificiale) è parte del pasto stesso, proprio perché il latte non perde di nutrienti nel corso dei mesi.
Ma quindi quando offrire il seno? Prima, dopo, durante, a distanza di mezz’ora? Anche qui la prima risposta è: in base alla richiesta del bimbo. Facciamo degli esempi pratici:
- Mancano circa 20 minuti al momento del pasto, tutte le preparazioni sono sui fornelli e tra poco ci si potrà sedere a tavola tutti insieme. Il cucciolo però mostra segnali di fame e irrequietezza. Distrarlo con giochini o altro che non sia il seno potrebbe far sì che al momento di sedersi sul seggiolone scoppi la crisi di pianto. In quel momento il piccolo ha bisogno di soddisfare i suoi bisogni con ciò che conosce meglio, con ciò che gli è familiare da mesi e mesi. Soddisfatti quei bisogni, sarà molto più ben predisposto a scoprire gli alimenti che avrete pensato per lui.
- Il cucciolo ha fatto una super scorpacciata di tutto quello che avevate preparato, magari ha pure voluto assaggiare quel frutto o quel cibo che non avevate pensato per lui. Poi, ad un certo punto, inizia ad agitarsi e capite che vi sta chiedendo il seno. Non fatevi assalire dal dubbio “ma come? Con tutto quello che ha mangiato non può avere ancora fame!”, oppure “da domani dovrò preparargli delle porzioni decisamente più abbondanti”. Offrite il seno e lasciate che sia lui ad autoregolare la sua richiesta. Spesso e volentieri, a fine pasto, il bisogno di latte serve per dissetare il bambino che nei primi tempi fatica ad assumere grandi quantità di acqua durante i pasti.
- Il piccolo ha mangiato un sacco, ma prima di dormire vuole il seno e fa una super poppata drenando intensamente entrambe le mammelle. È normale? Assolutamente sì! Con quella poppata il cucciolo mantiene un’abitudine che molto probabilmente esisteva fin da prima dello svezzamento (ricordiamoci che il seno non è solo cibo per il bambino, ma molto molto di più!), e grazie al latte materno assume importanti sostanze che supportano la digestione e la maturazione del suo microbiota intestinale (agenti promicrobici e antimicrobici, immunoglobuline IgA, oligosaccaridi, ecc).
E tra i pasti? Allattate a richiesta, seguendo il vostro piccolo. Ci saranno giorni in cui gradirà sperimentare qualcosa di nuovo anche al momento degli spuntini, magari osservando voi o i fratellini maggiori mentre fate merenda. L’abitudine di tenere il cucciolo vicino durante tutti i pasti della giornata è sicuramente sana e positiva, e vi permetterà di cogliere il suo interesse e la sua voglia di sperimentare (va da sé che se un giorno avete voglia di mangiarvi una fetta di torta al triplo cioccolato mentre vi fate un bagno caldo in santa pace, l’ultima cosa che dovete fare è sentirvi in colpa per la non-condivisione di quel momento godurioso! ;-)).
In conclusione, armatevi di fiducia verso voi stesse e verso i vostri cuccioli. State intraprendendo un viaggio meraviglioso, che inizia verso i 6 mesi e continua negli anni successivi. Specialmente all’inizio, il latte rappresenterà il miglior supporto, pratico e psicologico, per accompagnare il vostro piccolo senza forzature e tempistiche rigide, ma solo nel rispetto dei suoi personalissimi ritmi e bisogni.