Sono incinta e allatto ancora: cosa succede al mio latte?
GRAVIDANZAALLATTAMENTO
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Se sei una mamma in dolce attesa che sta ancora allattando il suo piccolo e ti chiedi cosa accada al tuo latte nel corso della gravidanza, questo post fa proprio al caso tuo!
Durante la gravidanza, il latte si modificherà in quantità e in composizione. Attorno alla sedicesima settimana di gestazione, ma talvolta anche prima, si potrà notare una riduzione della quantità di latte prodotto, come naturale risposta all’aumento dei livelli di progesterone prodotto dalla placenta. Anche il sapore del latte potrà modificarsi a causa della maggior concentrazione di proteine e sodio e del minor contenuto di zuccheri. Queste modificazioni dipendono dal fatto che mano a mano che la gravidanza prosegue, il latte si trasforma in colostro e assume la composizione perfetta per rispondere alle esigenze del nascituro. Su questo punto è bene sapere che, man mano che ci si avvicina alla data del parto, le feci del bambino ancora allattato potrebbero diventare più morbide del normale: si tratta, per l'appunto, di una risposta fisiologica alla trasformazione del latte in colostro, il quale possiede un leggero effetto lassativo.
Dal canto suo, il bambino allattato potrebbe non rimanere indifferente a questi cambiamenti: non trovando più la quantità e il sapore a cui era abituato, infatti, potrebbe decidere di abbandonare il seno spontaneamente. Viceversa, altri bambini non si dimostrano infastiditi e disorientati da queste novità e, con il benestare della mamma, proseguono le loro poppate serenamente.
Qualora la nuova gravidanza sopraggiunga quando il bambino allattato è ancora molto piccolo (ad esempio, quando è ancora in allattamento esclusivo), sarà opportuno tenere monitorata la sua crescita con il passare delle settimane e dei mesi, valutando con il supporto del medico pediatra l’eventuale necessità di un’integrazione di latte.
Oltre al tema "latte", vorrei lasciarti qualche altra informazione sulle modificazioni che potresti avvertire in questa fase così delicata. Ad esempio, alcune mamme descrivono di un vero e proprio fastidio ai capezzoli quando il bambino si attacca, specie nel primo trimestre di gravidanza (non è infrequente che questa forte sensazione fisica sia predittiva dell’esito positivo del test di gravidanza!). Talvolta possono comparire anche irritazione, arrossamento e infiammazione ai capezzoli, rendendoli molto sensibili anche al tatto. Tuttavia, per altre donne il tutto si risolve solo con una maggior sensibilità tale da non creare alcun disturbo particolare. Non è possibile sapere a priori come reagirà il seno della singola mamma: occorrerà provare e ascoltare le risposte del proprio corpo.
Alcune accortezze che è possibile adottare, qualora si volesse continuare ad allattare ma il fastidio fosse significativo, consistono nel rilassarsi quanto più possibile durante le poppate, assumendo posizioni comode e riposanti, e nel cercare di limitare la suzione non nutritiva del bambino, facendolo poppare fintanto che si avvertono i movimenti di suzione e deglutizione per poi proporgli di staccarsi e proseguire con altre coccole speciali.
Tutti questi cambiamenti ormonali potranno incidere anche sull’umore della mamma, ma senza generalizzazioni. Ci sono mamme che continuano ad allattare con piacere e serenità il proprio bambino, senza troppe preoccupazioni circa quanto accadrà dopo la nascita del bebè. Altre, invece, potranno sentirsi emotivamente meno disponibili verso le richieste del bambino, provando fatica e fastidio durante le poppate. Spesso queste sensazioni sono anche accompagnate da sensi di colpa verso il bambino, in particolare quando si è consapevoli che il suo desiderio di poppare non è diminuito. In questi casi, diventa quanto mai opportuno procedere con gradualità e dolcezza, accompagnando il piccolino a trovare, poco per volta, nuove modalità di coccola e consolazione. Ma di questo parleremo in un altro aritcolo del blog!